
Jess è in viaggio con i genitori e la sorella maggiore attraverso gli Stati Uniti, destinazione California. Il padre, fervido credente, ha deciso di condurre la famiglia ad assistere alla Seconda Venuta. Miglia e miglia percorse in auto, quasi senza soste, se non per consumare rapidi e silenziosi pasti nei fast food, fare rifornimento nelle stazioni di servizio e dormire qualche ora nei motel lungo il tragitto. Via via che si avvicina la meta, Jess si rende conto di non condividere l’ardore religioso del genitore, pur sentendo di non poterlo contraddire apertamente, e comincia a nutrire forti dubbi sulla coesione della famiglia. La sorella le confida di essere incinta e non pare intenzionata né a rivelare la notizia ai genitori, né a portare avanti la gravidanza; mentre la madre, donna impalpabile e taciturna, sembra più preoccupata di contenere e limitare le intemperanze delle figlie per salvaguardare le apparenze che per reale convinzione circa l’educazione e i valori da trasmettere.
Dalla storia emerge tutta l’ipocrisia e l’inconsistenza di un padre completamente teso e concentrato a diffondere nel mondo il proprio messaggio evangelico, e al contempo totalmente cieco e indifferente ai problemi della propria famiglia. Uno romanzo on the road che mostra, attraverso lo sguardo quasi cinico di Jess, uno spaccato reale di una soocietà dalle mille sfaccettature e piena di contraddizioni.
“Ai miei non piacciono né la musica che [Elise] ascolta né come si veste né quello che guarda in televisione né le riviste che legge. Non gli piace quasi nessuna delle sue amiche e nessuno dei ragazzi con cui esce. Prima le riempivano la testa di discorsi sui piani che Dio aveva in serbo per lei […], mentre adesso le fanno fare quello che vuole, basta che salvi le apparenze. Basta che facciamo la nostra comparsa in chiesa ogni mercoledì e domenica, sedute composte e in silenzio nei nostri vestiti della festa.”
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Piuma / Roan Johnson