Darius, sedicenne di Portland, non è il ragazzo più popolare della scuola ed è perseguitato dai bulli. Viene preso di mira dai suoi compagni per le sue origini e il suo peso, e soffre di depressione: non riesce a farsi accettare per quello che è.
Il viaggio in Persia, per visitare il nonno materno ammalato, rivoluziona la vita di Darius. A Yazd, la città dove vivono i nonni, Dariush, come ormai lo chiamano tutti, incontra Sohrab, suo coetaneo, e ne diventa amico. Trascorre le sue giornate in compagnia di Sohrab, giocando a calcio, mangiando faludeh e parlando per ore sul tetto del capanno nel giardino del nonno.
In Iran, grazie alla famiglia e all’amicizia con Sohrab, Dariush abbraccia le tradizioni Persiane, scopre il cibo e la lingua farsi, ritrova così le proprie origini che lo aiutano a conoscersi e apprezzarsi di più per quello che è.
“…non è Laleh il mio miglior amico, Dariush. Sei tu.” Mi bruciavano gli occhi. Non ero
mai stato il migliore amico di qualcuno prima. Sohrab mi ha fatto ondeggiare avanti e indietro.
“Non essere triste, Dariush. Ci proverò. Ho risposto”…