La pelle in cui abito

Kader ha solo diciassette anni quando decide di lasciare la Costa d’Avorio per raggiungere l’Italia. Cresciuto in una famiglia ospitale e aperta cui è molto legato, ha coltivato sin da piccolo l’amore per i libri e la cultura. Ma ha anche acquisito l’importanza e il valore dei diritti umani, subendo un arresto a causa delle sue azioni contro le ingiustizie. Con il bagaglio di questa eccezionale e insolita maturità, Kader intraprende quindi un difficile viaggio attraverso il deserto, sperimentando le terribili condizioni delle carceri libiche e la pericolosa traversata su un gommone. Giunto in Calabria inizia per lui una nuova esistenza: accolto amorevolmente da una famiglia può studiare e soddisfare la sua sete di sapere, portando avanti con impegno ideali e battaglie pacifiche.

Oggi Kader, poco più che ventenne, è ambasciatore Unicef e ha fondato Génération Consciente, associazione impegnata in un processo di sviluppo socio-culturale comunitario. Incontra spesso gli studenti per condividere le sue esperienze di vita. La sua storia è un esempio luminoso di civiltà e di coraggio.

Resto convinto dell’idea che l’unica possibilità per cambiare le cose è che gli uomini, quanto più diversi fra di loro, per cultura, religione, sesso o altro, si incontrino. Si parlino, si scontrino con le parole, per amarsi col cuore, impegnandosi per la pace.