Claudia trascorre le vacanze sguazzando in piscina con le amiche nel piccolo paese in cui vive. È un’adolescente come tante, appartenente ad una famiglia che sopravvive con qualche difficoltà a causa della condizione professionale precaria del padre. È un uomo che ha pagato per il suo bisogno mai taciuto di opporsi ai soprusi: un tempo dirigente di una banca, poi operaio in un allevamento di polli dove era delegato sindacale, infine venditore occasionale di ventilatori. Per Claudia una figura importante e amata, motivo tuttavia di conflitti interiori. Alla fine dell’estate, il generale Videla sale al potere spodestando Isabelita Peron e nessuno deve sapere di quel padre comunista. Mentre iniziano i primi arresti di chi si sospetta avverso al nuovo corso politico, Claudia viene scelta per portare la bandiera nel giorno della festa nazionale dedicata al vessillo. Nonostante la forte contrarietà del padre, lei decide di partecipare alla manifestazione.
Un romanzo in cui l’autrice ricorda fatti realmente accaduti e vuole restituire a se stessa la memoria del padre che ha contribuito alla sua formazione. Le vicende che caratterizzarono l’Argentina in quegli anni ci vengono narrate dal punto di vista di un’adolescente ancora lontana dalla comprensione della drammatica realtà dei desaparecidos. La necessità di garantirsi l’accettazione sociale e l’incolumità attraverso l’adeguamento alle regole imposte convivono tuttavia con la prima consapevolezza che quel padre ingombrante ha giuste opinioni.
“Mentre giocavo sull’ombù, non mi veniva in mente di guardare il monumento o i condor. E tantomeno di pensare alla patria, o all’inno, alle battaglie, ai soldati, al tempietto nascosto dietro i portoni di ferro. E neanche alla bandiera. La mia patria era quella, l’ombù nella piazza.”
Prenotalo in biblioteca
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