Reato di fuga

Copertina del libro con l'immagine di un busto di ragazzo con una sciarpa che richiama la trama di uno pneumatico
Reato di fuga / Christophe Leon – Sinnos, 2015

Dopo la separazione dei genitori, Sebastien vede il padre due volte al mese andando malvolentieri nella casa di campagna di quest’ultimo. Un giorno, a causa del traffico intenso, il viaggio procede estremamente lento ed il padre, nervoso e preoccupato di arrivare in ritardo all’appuntamento con l’idraulico, pigia sull’acceleratore incurante dei limiti di velocità. Attraversando un paese, urta un’automobile da cui sta scendendo una donna e la investe, ma non si ferma a prestare soccorso. Sebastien, atterrito, lo invita a tornare indietro, senza riuscire a convincerlo. La donna che ha subito l’incidente è la madre di Loic, che si trova di colpo ad affrontare una situazione che sconvolge la sua esistenza. Sebastien non conosce la sorte della donna e inizia a provare un profondo malessere per l’irresponsabile comportamento del padre. Decide quindi di fare ricerche per contattare anonimamente Loic e scoprire così le conseguenze di quel gesto sconsiderato.

Un romanzo che coinvolge sin dalle prime pagine e procede in modo incalzante. Il senso di responsabilità di entrambi i ragazzi arricchisce la storia di notevoli spunti educativi, e il rapporto che si creerà tra i due è un bell’esempio di amicizia e solidarietà.

“Papà! Abbiamo investito qualcuno! Papà!”. Mio padre non ha reagito, non ha detto niente, non mi ha nemmeno guardato. Fissava la strada davanti a lui, come allucinato. Io avevo paura. Tremavo. Non riuscivo a controllare la mia respirazione.”

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