Ascanio vive la sua vita immerso in una bolla di insofferenza e indifferenza: frequenta la scuola, ma sopporta a stento la superficialità dei compagni; i cosiddetti amici sono solo persone con le quali trascorrere il tempo libero, facendo discorsi privi di significato, mentre a casa i conflitti con la madre e il suo più giovane compagno sono all’ordine del giorno. Le conseguenze dello scherzo crudele messo in atto nei confronti di Adele, una compagna di classe timida e introversa, sembrano scuoterlo dalla sua naturale apatia: ritrovato dopo anni il numero di telefono di un vecchio amico delle scuole medie, decide di scappare di casa e raggiungerlo…
Un ragazzo perso e alla ricerca di sé stesso: Ascanio sembra aver smarrito la sua identità e la sua dimensione, e la fuga appare il modo più semplice per lasciarsi i problemi alle spalle e ricominciare da zero. Ma capirà presto che da se stessi non si fugge, nemmeno a mille chilometri da casa. Sullo sfondo una tragedia familiare di cui si intravedono gli sprazzi nel corso del libro.
“Tutto come sempre, ogni anno uguale a quello prima. Questo voleva. L’effetto anestetizzante dei giorni tutti uguali gli piaceva, lo trovava confortante e gli permetteva di non pensare. I cambiamenti lo stressavano, lo rendevano poco tollerante verso gli altri e con se stesso, ma soprattutto, quando accadevano, non era mai pronto e gli sembrava sempre di subirli.”